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Dalla “Voce Serafica d’Abruzzo” alla “Squilla dei Fratini di S. Antonio”

articolo2Un meraviglioso percorso di evangelizzazione

Su periodici cartacei i Padri Francescani che ci hanno preceduto hanno trasfuso tutto il loro Amore per una vita missionaria al servizio della Parola di Cristo, così come Francesco l’ha vissuta.
Carte ormai dormienti per una Parola più che mai viva e desiderosa di essere ascoltata.
Con pazienza, tenacia ed un po’ di fortuna abbiamo recuperato i numeri cartacei delle due riviste e ci siamo avvalsi della moderna tecnologia per metterli a disposizione dei lettori che desiderano conoscere il pensiero e la vita di coloro che cristianamente ci hanno preceduto. Presentiamo esempi di vita dedicata alla diffusione della Pace, della Giustizia, dell’Amore. Esempi sui quali vale la pena soffermarsi e riflettere.

Tanto tempo fa, nel 1928, i Frati Minori d’Abruzzo diedero vita al periodico “Voce Serafica d’Abruzzo”.
Una rivista piccola, semplice, che però ha attraversato tanti decenni e che ora in noi evoca l’immagine di un PONTE.
Chi lo ha costruito, con quale materiale, perché?
I costruttori di ponti devono essere ingegneri bravissimi, esperti nelle tecniche di costruzione e nelle scelte del materiale. Devono essere certi che i punti d’appoggio delle spallette e dei pilastri siano di roccia solida.
Con affettuosa gratitudine, perciò, rivolgiamo il nostro animo a Padre Giuseppe Ciavattoni OFM iniziatore, progettista e primo Direttore di questo sicuro e meraviglioso PONTE che il nostro desiderio di nutrirci di buone letture ci induce a percorrere.
Il materiale usato per la costruzione fu quanto di più solido potesse essere sperimentato e sottoposto a prove severe: la Carità, l’Amore per Dio e per le Sue creature, il desiderio di diffondere il Vangelo ovunque e a chiunque.

Il perché del PONTE fu enunciato nell’Editoriale del primo numero del gennaio del 1928: “la messe è tanta ma gli operai sono pochi. Nei collegetti di S.Maria d’Oriente in Tagliacozzo e Sulmona si vanno formando alla vita francescana e missionaria oltre cento giovinetti per ripopolare i conventi e spargersi ‘per le terre degli infedeli’. Come fare a mantenerli tutti? La Carità e le concrete elemosine dei nostri lettori siano il loro sostegno”.