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1928-1Nell’Editoriale fu enunciato, poi, il motivo stesso dell’esistenza dell’Ordine che non è “vivere a se stessi e stimolare i timidi”, ma andare incontro agli oppositori e ricondurli alla Verità.
Un piccolo ponte, dunque, ma dalle straordinarie e meravigliose motivazioni: propagazione degli ideali francescani; incremento delle vocazioni; formazione di una coscienza missionaria, cultura religiosa in genere; pensieri sul Vangelo; asterischi di cronaca locale.

La collaborazione alla stesura di testi fu aperta non solo ai religiosi, ma anche ai secolari. Notevole, poi, che gli stessi Fratini, per il cui sostentamento fu fondata la rivista, chiesero ed ottennero di far parte della Redazione. Commoventi per entusiasmo e Fede sono i loro trafiletti in cui, tra l’altro, esprimevano il desiderio di “essere inviati in Africa per annunciare il Vangelo ai ‘selvaggi’.

Il tono della pubblicazione, comunque, è alto ed adeguato alla vasta cultura del Ministro Provinciale Padre Teopisto Farina di Sulmona e del Ministro Generale Padre Bonaventura Marrani. Da non dimenticare che all’epoca Padre Aniceto Chiappini era annoverato fra gli studiosi di storia più illustri d’Italia; preziosa la sua opera “Le origini francescane”.
Moderni per incisività furono i “reportages” di Padri Missionari che dai Paesi più lontani davano una chiara idea non solo della situazione religiosa, ma anche politica. Il tutto in pochissime righe, come fa Padre Bonaventura Schiavo da Sulmona quando nel 1928 dà notizia dei saccheggi da parte delle “orde bolsceviche” in Cina.
Non mancarono poi resoconti sulle condizioni socio-economiche della Cina degli anni ‘930. Notevole è un resoconto su una conferenza sulla Santa Messa tenuta in presenza dell’Imperatore del Giappone.

Insomma una pubblicazione straordinaria ancorata alla tradizione e aperta alla modernità secondo la linea tracciata dagli illuminati Direttori. Fra loro citiamo in successione cronologica: Padre Giuseppe Ciavattoni, Padre Marini, Padre Ruffino Carretta, Padre Anacleto Marulli, Padre Angelico Marini, Padre Virgilio Di Virgilio, Padre Carlo Serri.

Le tipografie alle quali i Direttori affidano la stampa sono tutte di notevole professionalità. Citiamo nell’ordine: tipografia Bodoniana dell’Aquila; tipografia Volpi di Penne; tipografia Giammarini di Frascati; Tipografia “Pia Società S.Paolo di Francavilla Mare; tipografia Manna di Sulmona; tipografia Brandolini di Sambuceto. A parte citiamo la tipografia dei Maestri impressori Angeletti di Sulmona la cui fama era diffusa in tutto il territorio nazionale. Furono stampatori del periodico nei primi anni ‘930. Nel 1932 stamparono un resoconto sulla Santa Comunione ai detenuti nelle Carceri giudiziarie di Sulmona.
Sono testimonianze, queste, dell’ampiezza d’orizzonte d’una rivista piccola che però mai perde di vista la stella polare del Vangelo, così come Francesco lo viveva nell’Anima e nelle opere.

Nessuna meraviglia, dunque, se dal robusto tronco originario della “Voce Serafica d’Abruzzo” siano germogliate piante più piccole ma non meno ricche di buoni frutti.
La più nota e simpatica gemma è il “Calendario annuale” stampato e diffuso per la prima volta nel 1943 come allegato della “Voce Serafica”. Dal 1959 il calendario prese il nome di Chicchirichì. Dal 1963 Chicchirichì continuerà ad essere compagno della neonata testata “Squilla dei Fratini di S.Antonio” che nel 1941 era stata concepita come sottotitolo della “Voce Serafica”.

La genesi e l’evoluzione della Squilla sono complesse e non facili sia perché negli anni ‘950 e ‘960 le Vocazioni sono in notevole diminuzione, sia perché il periodico del secondo dopoguerra è contrassegnato da un diffuso disagio economico. La rivista riduce il formato sino a presentarsi come un semplice foglio. Pubblica un articolo centrale dedicato prevalentemente ad un argomento evangelico, necrologi di fedeli, elenco dei benefattori con le cifre del denaro offerto. Sono tempi di coraggio e perseveranza affinché l’iniziativa editoriale resti viva; il Vangelo ha sempre bisogno di una voce che lo annunci.
La costanza, come piace a Dio, alla fine è sempre premiata. Alla fine degli anni ‘990, infine e finalmente assume il formato attuale di rivista maneggevole, agile, aperta al mondo, ai sostenitori e agli scettici così come vollero i Padri fondatori.
Il sale di questa rinascita è da cogliere nel recupero e nella rivitalizzazione dello spirito missionario.

Il Direttore della rivista, ormai consolidatamente bimestrale, è Padre Virgilio Di Virgilio, la Redazione è affidata a Padre Urbano Pittiglio che dal 1991 fonda la Caritas Francescana, una Onlus che per dieci anni compie missioni umanitarie nei Balcani devastati dalla guerra. Dal 2000 a tutt’oggi la Caritas è impegnata in Brasile in una missione di evangelizzazione e di istruzione di bambini indigenti. Come per gli anni delle origini, nel bimestrale è fatto un puntuale resoconto delle missioni.

La rivista si è impreziosita di collaborazioni di secolari, di dotte quanto accessibili analisi religiose e sociali, di colori, di poesia. Fa bene al cuore averla fra le mani come testimonianza della fraternità cristiana.

Insieme, con gioia e non senza stupore e sorpresa abbiamo ripercorso un lungo tratto di quel ponte che con Amore e sapienza i nostri antichi Padri hanno gettato per noi. Ora prendendo fra le mani la attuale Squilla abbiamo più consapevolezza del suo valore, ma anche e soprattutto del suo senso, che è quello di motivarci ed incoraggiarci a proseguire il cammino sul ponte della Carità verso l’Amore di Dio.